Come ho già scritto in
questo blog, il ‘de’ seguito dall'ablativo del nome significa provenienza
generativa. Questo è il motivo per cui l'uso di scrivere talvolta sia il ‘de’, sia il ‘di'’ con la ‘d' maiuscola è sempre
errato e privo di significato. Tutte voci che seguono sono tratte da E. De
Felice, Dizionario dei cognomi italiani, 1978.
Ré.
VARIANTI: Rège, Règi, Règis e Règibus; Del Ré, De Rège, De Règis e De Règibus;
Lo Ré. // Diffuso in tutta l'Italia, con più alta frequenza per Re nel
Nord-Ovest (Lo Re è proprio dell'estremo Sud), è la cognominizzazione di
antichi nomi o soprannomi formati da ré (o dalle forme più o meno corrette
della declinazione del corrispondente
latino rex regis, spec.
nell'ablativo pl. de regibus o regis), riferiti
sia al neonato come
"re" della festa familiare, sia a chi viene eletto
"re" di feste o brigate o a chi vince il titolo di "re" di
gare varie, sia a chi è il "re" di un'arte o di un mestiere.
Prìncipe.
VARIANTI: Prìncipi, Préncipe; Del Prìncipe. DERIVATI: Principato. // Diffuso
nel Sud (ma Principe e Principi, sporadicamente, anche in altre regioni), ha
alla base un nome e soprannome Prìncipe, formato da prìncipe con valore
augurale, o in relazione a primati e vittorie in feste e gare, o anche al fatto
di risiedere e lavorare in casa di prìncipi.
Duca.
VARIANTI: Duchi, Duc; Del Duca; Lo Duca e La Duca. ALTERATI e DERIVATI:
Duchini; Ducati e Ducatèlli. // Diffuso nella forma base Duca in tutta
l'Italia, ma con bassa frequenza; Duc è valdostano, Del Duca è comune nel
Napoletano e nelle zone limitrofe, Lo Duca e La Duca sono siciliani, Duchini è
centrale e Ducati è prev. trentino, veneto e emiliano. Alla base è il nome e
soprannome medioevale Duca, da duca, che solo eccezionalmente sarà riferito a
chi riveste il titolo nobiliare o il potere ducale, ma normalmente avrà
indicato persone al servizio di un duca o che comunque ne dipendevano, o avrà
avuto un valore scherzoso e figurato.
Marchési.
VARIANTI: Marchése; Marchesich. ALTERATI: Marchesèlli, Marchesini e Marchesìn,
Marchesòtti, Marchesóni. // Diffuso in tutta l'Italia, con diversa
distribuzione e frequenza secondo le varie forme: Marchese predomina nel Sud e
in Liguria, Marchesi nel Nord; Marchesich è giuliano, Marchesini è prev.
emiliano e Marchesìn veneto. Ha alla base un soprannome formato da marchése,
che nel Medio Evo indicava il signore, il feudatario di una marca, cioè una
contea di confine, e poi divenne un titolo nobiliare (immediatamente inferiore
a quello di duca). Ma il soprannome sarà stato dato per lo più a chi aveva
rapporti di dipendenza con un marchese, oppure in sensi fig. non più recuperabili.
Cónti.
VARIANTI: Cónte, Cònt, Cunto e Cunti;
Contéssa; del Cónte; Lo Cónte e Locónte,
Li Cónti e Licónti. ALTERATI: Contiéllo, Contini e Contino, Contìn, Continèlli e Contìnoli, Conticèlli e
Conticèllo, Conticini, Contuzzi. // Le forme base Conte e Conti, e Contini,
sono diffuse con diversa ma sempre alta
frequenza in tutta l'Italia: Cónt e Contìn sono Veneti, Cunto e Contiéllo del Napoletano, del
Conte è toscano, i tipi con Lo e Li del Sud, Contoli e Continoli emiliani. La
base è il nome medioevale Cónte (f. Contéssa), formati, attraverso titoli e
nomi di dignità e di carica e più spesso soprannomi, da cónte (f. contèssa),
che continuano il latino comes comitis (f. comitissa, nel latino medioevale),
"compagno (di viaggio)" e poi "alto funzionario del seguito
dell'imperatore". Nel Medio Evo cónte assunse anche altri sign., e spec.
quello di alto dignitario investito dal re o dall'imperatore di poteri vari, e
preposto a una contea, quindi signore autonomo e sovrano di contee o altri
territori, per diventare infine titolo nobiliare (ma il nome normalmente
indicava chi era al servizio di un conte, o comunque ne dipendeva, o continuava
soprannomi scherzosi e allusivi).
Baróne.
VARIANTI: Baróni e Barón, Baròni;
Varòne, Varòni, Varuni e Varróne. ALTERATI e DERIVATI: Baroncèlli e
Baronchèlli, Baroncini, Barèlli, Barèllo e Barèl, Baréi, Barèlla e Barellini,
Barétti, Barétto e Barét, Barettini e Barettìn, Barettóni e Barettón, Barini,
Barucci e Baruzzi, Baruzzo, Barusso, Baròcci e Baròzzi, Barozzini, Baròtti,
Barutti, Barònti e Barontini. // Diffuso in tutta l'Italia, con punte massime
di frequenza per la forma fondamentale Barone e Baroni in Liguria, Lombardia,
Emilia e dalla Campania (epicentro del tipo Varone con scambio di b e v) alla
Sicilia; Baroncèlli e Baronti prevalgono in Toscana, Baroncini è comune spec.
in Emilia-Romagna (è il cognome più frequente a Imola); Barón, Barèl e Baréi,
Barét sono propri delle Venezie. È la cognominizzazione del soprannome e poi
nome di origine germ. Baro e Baróne che, con molti alterati e derivati, già
appare in iscrizioni latine del V e VI secolo (Baro) e quindi, dall'VIII al IX
secolo, in documenti di varie regioni italiane (Barone e Baronius, forma questa
latinizzata continuata nella variante Barònio; Baroncius e Baroncellus,
Baroncinus; Baruccius e Baroccius o Barocius, ecc.). Il personale germ. Baro,
di tradizione varia, forse già latina tarda o gotica, poi longobardica, franca
e anche tedesca, ha alla base il sost. *baro, caso retto, e *barone, caso
obliquo (secondo la declinazione germ. latinizzata in -o, -onis), da *bara-
"uomo libero" e "guerriero, combattente coraggioso,
valoroso" (e solo più tardi "barone", come titolo e grado
feudale che scarsamente ha influito sui nomi e cognomi italiani, del resto già
affermati in età franca).
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