venerdì 23 febbraio 2018

Cognomi da titoli nobiliari



Come ho già scritto in questo blog, il ‘de’ seguito dall'ablativo del nome significa provenienza generativa. Questo è il motivo per cui l'uso di scrivere talvolta sia il ‘de’,  sia il ‘di'’ con la ‘d' maiuscola è sempre errato e privo di significato. Tutte voci che seguono sono tratte da E. De Felice, Dizionario dei cognomi italiani, 1978.
. VARIANTI: Rège, Règi, Règis e Règibus; Del Ré, De Rège, De Règis e De Règibus; Lo Ré. // Diffuso in tutta l'Italia, con più alta frequenza per Re nel Nord-Ovest (Lo Re è proprio dell'estremo Sud), è la cognominizzazione di antichi nomi o soprannomi formati da ré (o dalle forme più o meno corrette della declinazione del corrispondente  latino  rex regis, spec. nell'ablativo pl. de regibus o regis), riferiti  sia al neonato come  "re" della festa familiare, sia a chi viene eletto "re" di feste o brigate o a chi vince il titolo di "re" di gare varie, sia a chi è il "re" di un'arte o di un mestiere.
Prìncipe. VARIANTI: Prìncipi, Préncipe; Del Prìncipe. DERIVATI: Principato. // Diffuso nel Sud (ma Principe e Principi, sporadicamente, anche in altre regioni), ha alla base un nome e soprannome Prìncipe, formato da prìncipe con valore augurale, o in relazione a primati e vittorie in feste e gare, o anche al fatto di risiedere e lavorare in casa di prìncipi.
Duca. VARIANTI: Duchi, Duc; Del Duca; Lo Duca e La Duca. ALTERATI e DERIVATI: Duchini; Ducati e Ducatèlli. // Diffuso nella forma base Duca in tutta l'Italia, ma con bassa frequenza; Duc è valdostano, Del Duca è comune nel Napoletano e nelle zone limitrofe, Lo Duca e La Duca sono siciliani, Duchini è centrale e Ducati è prev. trentino, veneto e emiliano. Alla base è il nome e soprannome medioevale Duca, da duca, che solo eccezionalmente sarà riferito a chi riveste il titolo nobiliare o il potere ducale, ma normalmente avrà indicato persone al servizio di un duca o che comunque ne dipendevano, o avrà avuto un valore scherzoso e figurato.
Marchési. VARIANTI: Marchése; Marchesich. ALTERATI: Marchesèlli, Marchesini e Marchesìn, Marchesòtti, Marchesóni. // Diffuso in tutta l'Italia, con diversa distribuzione e frequenza secondo le varie forme: Marchese predomina nel Sud e in Liguria, Marchesi nel Nord; Marchesich è giuliano, Marchesini è prev. emiliano e Marchesìn veneto. Ha alla base un soprannome formato da marchése, che nel Medio Evo indicava il signore, il feudatario di una marca, cioè una contea di confine, e poi divenne un titolo nobiliare (immediatamente inferiore a quello di duca). Ma il soprannome sarà stato dato per lo più a chi aveva rapporti di dipendenza con un marchese, oppure in sensi fig. non più recuperabili.
Cónti. VARIANTI:  Cónte, Cònt, Cunto e Cunti; Contéssa;  del Cónte; Lo Cónte e Locónte, Li Cónti e Licónti. ALTERATI: Contiéllo, Contini e Contino, Contìn,  Continèlli e Contìnoli, Conticèlli e Conticèllo, Conticini, Contuzzi. // Le forme base Conte e Conti, e Contini, sono diffuse con diversa ma sempre alta  frequenza in tutta l'Italia: Cónt e Contìn sono  Veneti, Cunto e Contiéllo del Napoletano, del Conte è toscano, i tipi con Lo e Li del Sud, Contoli e Continoli emiliani. La base è il nome medioevale Cónte (f. Contéssa), formati, attraverso titoli e nomi di dignità e di carica e più spesso soprannomi, da cónte (f. contèssa), che continuano il latino comes comitis (f. comitissa, nel latino medioevale), "compagno (di viaggio)" e poi "alto funzionario del seguito dell'imperatore". Nel Medio Evo cónte assunse anche altri sign., e spec. quello di alto dignitario investito dal re o dall'imperatore di poteri vari, e preposto a una contea, quindi signore autonomo e sovrano di contee o altri territori, per diventare infine titolo nobiliare (ma il nome normalmente indicava chi era al servizio di un conte, o comunque ne dipendeva, o continuava soprannomi scherzosi e allusivi).
Baróne. VARIANTI:  Baróni e Barón, Baròni; Varòne, Varòni, Varuni e Varróne. ALTERATI e DERIVATI: Baroncèlli e Baronchèlli, Baroncini, Barèlli, Barèllo e Barèl, Baréi, Barèlla e Barellini, Barétti, Barétto e Barét, Barettini e Barettìn, Barettóni e Barettón, Barini, Barucci e Baruzzi, Baruzzo, Barusso, Baròcci e Baròzzi, Barozzini, Baròtti, Barutti, Barònti e Barontini. // Diffuso in tutta l'Italia, con punte massime di frequenza per la forma fondamentale Barone e Baroni in Liguria, Lombardia, Emilia e dalla Campania (epicentro del tipo Varone con scambio di b e v) alla Sicilia; Baroncèlli e Baronti prevalgono in Toscana, Baroncini è comune spec. in Emilia-Romagna (è il cognome più frequente a Imola); Barón, Barèl e Baréi, Barét sono propri delle Venezie. È la cognominizzazione del soprannome e poi nome di origine germ. Baro e Baróne che, con molti alterati e derivati, già appare in iscrizioni latine del V e VI secolo (Baro) e quindi, dall'VIII al IX secolo, in documenti di varie regioni italiane (Barone e Baronius, forma questa latinizzata continuata nella variante Barònio; Baroncius e Baroncellus, Baroncinus; Baruccius e Baroccius o Barocius, ecc.). Il personale germ. Baro, di tradizione varia, forse già latina tarda o gotica, poi longobardica, franca e anche tedesca, ha alla base il sost. *baro, caso retto, e *barone, caso obliquo (secondo la declinazione germ. latinizzata in -o, -onis), da *bara- "uomo libero" e "guerriero, combattente coraggioso, valoroso" (e solo più tardi "barone", come titolo e grado feudale che scarsamente ha influito sui nomi e cognomi italiani, del resto già affermati in età franca).

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