Alcune considerazioni sul ruolo della onomastica moderna
tratte da E. De FELICE, Dizionario dei cognomi
italiani, Mondadori, 1978
I nomi propri di persona, nomi individuali e cognomi, hanno
perso, ormài da molti secoli, ogni funzione significativa linguistica, e quindi
il loro etimo, il loro fondamento e significato lessicale - se sussiste -, non
ha più alcun ruolo, alcun rilievo o interesse; la loro funzione è ormai
esclusivamente identificativa, extralinguistica: i nomi e i cognomi sono etichette che
identificano all'interno di una collettività rispettivamente un individuo e un
gruppo familiare (o un individuo come appartenente a un gruppo familiare). p.
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Per i cognomi non esiste più alcuna possibilità di scelta
almeno dall'ultimo Medio Evo e dal Rinascimento, da quando cioè l'insorgere e
l'affermarsi per larghi strati delle collettività di più complesse e rigorose
istituzioni e procedure sociali, sia civili (economiche, amministrative,
guridiche e notarili) sia religiose, hanno comportato l'obbligo - poi sancito e
regolato per legge - della immutabilità del cognome.
Consegue, da queste premesse, che il significato e il valore
dei nomi e dei cognomi è, a partire dall'ultimo Medio Evo, soltanto sociale,
economico e culturale.
Il linguista - e necessariamente specialista di onomastica -
che responsabilmente tenta un'opera d'insieme sull'antroponimia di una grande
collettività contemporanea è ben consapevole di fare sincronia e insieme
diacronia, descrizione e insieme storia, e di fatti o processi non
esclusivamente e a volte neppure prevalentemente linguistici, ma anche
culturali, sociali e economici e quindi politici, e anche di geografia umana. p.
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