L’ATTRIBIZIONE DI NOME E COGNOME NEL MONDO ARABO ANTICO
Rispetto al suo contenuto o significato, cioè agli
elementi funzionali di cui risulta composto, il nome proprio personale arabo
può essere:
a) Un
ism alam o ‘nome proprio’ in senso stretto… quello che noi diremmo ‘nome
di nascita’.
b) Una
kunyah o ‘cognome’ nel senso di nome di parentado, indicante cioè il
rapporto di paternità, o di figliolanza, o di fraternità o altra qualsiasi
relazione o grado di consanguineità, sia reale, sia fittizia o metaforica (…)
c) Un
laqab, cioè soprannome o epiteto, tanto dispregiativo, quanto onorifico.
Da: Caetani/Gabrieli, Onomasticum Arabicum, Vol 1, p.
52
L’imposizione del nome al neonato era per gli Arabi
antichi un atto solenne. In tutte le più antiche collezioni tradizionistiche si
trova un capitolo su questo argomento dove si narra come a Maometto fosse
presentato un bambino appena nato. Il Profeta prende in grembo il piccolo (…),
si fa portare un dattero, lo mastica, poi sputa nella bocca del bimbo, “ e la
prima cosa che penetrò nel suo ventre fu la saliva del Profeta”: quindi gli
fregò il palato col dattero, fece un’invocazione su di lui e lo benedisse.
Da: Caetani/Gabrieli, op. cit. p. 62
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