Giovanni Vezzelli – Cognomi romagnoli di
origine barbarico-germanica (Introduzione)
Perché i cognomi di
origine barbarico-germanica in Romagna? Perché proprio in una regione che nel
nome stesso porta indissolubile il marchio di Roma e nella quale toponomastica,
antroponimia e dialetto sono improntati, forse più che altrove, alla cultura
classica, comprendendo in questa accezione anche quel greco-bizantino che fu
eredità dell’Esarcato?
La risposta non è
semplice ma si potrebbe ricordare che Ravenna fu per un tredicennio sede del
governo del “patricius” Odoacre, barbaro di nazione scira, che intorno ad essa ebbe
luogo la sua ultima e disperata difesa dall'assalto degli Ostrogoti di Teodorico
i quali poi, vinto ogni ostacolo, instaurarono in Italia un regno che, pur tra
gli alti e bassi del tremendo conflitto gotico-bizantino (535/553), durò circa
sessant'anni.
Durante questo periodo la
Romagna fu teatro centrale degli eventi e Ravenna, la città imperiale, subì
assedi e devastazioni ma fu anche abbellita con edifici e preziosissime opere d'arte. Linguisticamente, il
latino tardo-imperiale dovette assumere molte parole e concetti nuovi da questa
cultura gotica tanto dissimile, soprattutto per il fatto che i padroni barbari
rifiutarono tenacemente di esprimersi nell'idioma dei conquistati. Poi i Bizantini
recuperarono la Romagna la quale segnò di nuovo, per più di 200 anni, il
confine tra la civiltà classica e le ondate longobarde, dove si sviluppò e nel
contempo si arricchì il latino, oltre che con forme greche, anche di longobardismi.
Vennero in seguito anche
i Franchi e si ebbe una nuova trasfusione di termini e corrispondenti modi di
vivere semi-barbarici nel corpo linguistico e sociale dell'Italia del tenpo:
anche allora la Romagna fu e lo rimase lungo tutto il travaglio di quei secoli,
uno dei punti cruciali della lotta per il potere. Proprio per tutto questo, e
ciò valga come risposta alla domanda iniziale, è giustificabile una ricerca del
genere; proprio per il valore quasi paradigmatico del materiale linguistico romagnolo
che presenta, a scavare tra gli strati linguistici sovrapposti, elementi panitaliani
accanto ad altri specificamente barbarico-germanici.
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